Per il diritto alla salute

Per il diritto alla salute

Colpire gli sprechi, spendere meglio, ma fermare i tagli!

 

  1. La spesa pubblica per il welfare è un investimento per accrescere il benessere, la coesione sociale, l’occupazione, lo stesso PIL, indispensabile in tempo di crisi e necessario per la ripresa economica.
  2. Le risorse pubbliche provengono dalle imposte pagate dalla collettività: devono essere usate con rigore per assicurare servizi di qualità, così si difende l’universalismo. E chi evade ruba due volte: quando non paga le tasse e quando usa i servizi pagati dagli altri.
  3. La spending review deve, e può, servire a garantire il diritto alla salute e all’assistenza socio sanitaria, con un’opera continua di riqualificazione della spesa pubblica, per rendere sempre più appropriata l’offerta del welfare, avvicinandola ai bisogni dei cittadini.
  4. Per questo occorre sostenere i servizi e le prestazioni che, misurati i risultati, dimostrino effetti migliori (per la salute, le cure, l’inclusione sociale…).
  5. Le manovre finanziarie degli ultimi anni, e il decreto appena approvato dal Governo, non attuano una “buona” spending review: bensì impongono tagli lineari al finanziamento della sanità (e le precedenti manovre anche nuovi ticket), esponendo a gravi rischi il diritto costituzionale alla salute e all’assistenza e il modello universale del nostro Servizio Sanitario Nazionale (e se la sanità è in crisi l’assistenza sociale rischia addirittura di scomparire, anche a causa delle crescenti difficoltà dei comuni nel garantirla).
  6. L’allarme sulla crescita della spesa sanitaria è infondato, come segnala anche l’ultimo rapporto della Corte dei Conti. E, nei confronti internazionali, l’Italia associa minore spesa a migliori servizi. Eppure ci sono ancora margini per “migliorare”: recuperando efficienza ed efficacia, contrastando sprechi e illegalità. Ma è assolutamente indispensabile distinguere tra operazioni a “breve termine” e altre che necessitano di tempi più lunghi per ottenere risultati duraturi; e selezionare gli interventi, tenendo conto delle diverse condizioni e dei diversi comportamenti tra le regioni. Altrimenti il tutto si riduce a operazioni per fare cassa.
  7. L’esperienza di alcune regioni dimostra che il vero risanamento non si ottiene con tagli indiscriminati, ma con una coraggiosa riorganizzazione dei servizi socio sanitari: il ridimensionamento e la riqualificazione della rete ospedaliera, il potenziamento dei servizi distrettuali (assistenza domiciliare e cure primarie), regole serie per gli accreditamenti dei privati, l’integrazione fra sociale e sanitario, servizi e non voucher.
  8. Il momento è difficilissimo: vogliamo contribuire al risanamento e alla ripresa per fare uscire l’Italia dalla grave crisi in cui si trova ormai da troppo tempo. E se l’emergenza in cui ci troviamo impone scelte difficili, queste non possono e non devono compromettere il modello universale del nostro Servizio Sanitario Nazionale, impedire ancora l’esistenza dei livelli essenziali per l’assistenza sociale (non autosufficienza, minori, povertà …) e colpire ancora una volta le persone più deboli.
  9. La discussione parlamentare sul decreto appena approvato va accompagnata da una grande “mobilitazione” sociale e dalla partecipazione democratica: per fare scelte decisive per il nostro futuro.
  10. Per questo chiediamo al Governo (con un ruolo forte del Ministero della Salute), alla Conferenza delle Regioni, all’ ANCI e al Parlamento di aprire subito un confronto vero con le Associazioni e i vari soggetti impegnati nel welfare socio-sanitario, e con il Sindacato: abbiamo proposte da fare per scongiurare la logica dei tagli lineari, e assumere precisi impegni per contribuire alla riqualificazione del Servizio Socio Sanitario pubblico e universale, a garanzia dei diritti di cittadinanza sanciti dalla nostra Costituzione.

Primi firmatari

  • Pietro Barbieri – Presidente FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)
  • Giorgio Bignami – Presidente Forum Droghe
  • Don Luigi Ciotti – Presidente Gruppo Abele
  • Roberto Di Giovan Paolo – Presidente Forum Salute in Carcere
  • Giovanna Del Giudice – Portavoce Forum Salute Mentale
  • Nerina Dirindin – SOS Sanità
  • Antonio Gaudioso – Segretario generale Cittadinanzattiva
  • Maria Grazia Giannichedda – Presidente Fondazione Basaglia
  • Patrizio Gonnella – Presidente Antigone
  • Elisabetta Laganà – Presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia
  • Gavino Maciocco – Coordinatore SaluteInternazionale.info
  • Michele Mangano – Presidente Auser
  • Paola Menetti – Presidente Legacoopsociali
  • Don Giovanni Nervo – Presidente onorario Fondazione Zancan, già Fondatore e primo presidente Caritas Italiana
  • Franco Rotelli – Presidente Conferenza mondiale per la salute mentale “F. Basaglia”
  • Roberto Speziale – Presidente nazionale ANFFAS
  • Gisella Trincas – Presidente Unasam (Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale)
  • Tiziano Vecchiato – Direttore Fondazione Zancan
  • Don Armando Zappolini – Presidente CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)

Firma l’appello (associazioni e singole persone)

La sottoscrizione è conclusa

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